Diritto del Lavoro

Reddito di Cittadinanza: E’ Possibile Cambiare Residenza Qualche Giorno Prima?

Reddito di cittadinanza:  cos’è e come funziona?

Dopo mesi di attesa, poche settimane fa è stato approvato il decreto che si occupa di pensione quota 100 e reddito di cittadinanza.

Il Reddito di Cittadinanza è stato pensato come strumento utile al sostegno dei cittadini in difficoltà economica.

Il testo, in quanto decreto, è in attesa di essere convertito in legge, sicché non è esclusa la possibilità di modifiche tra quanto previsto dal testo recentemente approvato e quanto sarà poi convertito in legge.

In attesa della “versione definitiva” questo quanto, ad oggi, è previsto dal Decreto.

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I requisiti per richiedere il Reddito di Cittadinanza

L’articolo 2 del decreto, rubricato “beneficiari”, indica come tali i nuclei familiari in possesso di determinati requisiti. In particolare, è richiesto:

– un requisito riferito alla residenza e soggiorno: il beneficiario deve essere cittadino italiano o cittadino di Paesi facenti parte dell’U.E., ovvero suo familiare,  regolarmente soggiornante sul territorio. Al momento della presentazione della domanda il soggetto deve essere residente in Italia da almeno dieci anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo;

– un requisito inerente la situazione reddituale e patrimoniale. Nello specifico, il proprio ISEE (indicatore della situazione economica equivalente) non deve superare il valore soglia stabilito in euro 9.360 e il patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non deve superare la soglia dei 30.000 euro;

– un requisito attinente il patrimonio mobiliare, il quale deve essere inferiore ad euro 6.000, aumentato di euro 2.000 per ogni componente del nucleo familiare (fino ad un massimo di euro 10.000) e di euro 1.000 per ogni figlio successivo al secondo ovvero di euro 5.000 per i componenti affetti da disabilità.

Ai suddetti requisiti, da possedere cumulativamente sia alla data della domanda che per tutto il periodo di erogazione del beneficio, se ne aggiungono altri.

Nello specifico, la normativa richiede che nessuno dei componenti del nucleo familiare possegga autoveicoli immatricolati per la prima volta nei sei mesi antecedenti la richiesta; ovvero di autoveicoli che abbiano cilindrata superiore a 1.600 cc – 250 cc se trattasi di motoveicoli – immatricolati per la prima volta nei due anni antecedenti la richiesta del sussidio.

Inoltre, nessun componente deve essere proprietario o possedere imbarcazioni o navi.

Cumulo del Reddito di Cittadinanza con la Naspi (disoccupazione)

Infine, possono richiedere l’erogazione del beneficio anche coloro che, trovandosi in stato di disoccupazione involontaria, percepiscono già il sussidio Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego).

Non sussiste incompatibilità tra le due misure, pertanto, è possibile il loro cumulo.

Il Reddito di Cittadinanza non sarà, invece, erogato ai soggetti disoccupati a seguito di volontarie dimissioni, salvo l’ipotesi di dimissioni per intervenute per giusta causa.

Quanto all’importo mensile, questo non sarà inferiore ad euro 480,00 e varierà sulla base dell’Isee del soggetto richiedente.

Come presentare domanda?

Affinché il soggetto beneficiario possa ottenere la Card del Reddito di Cittadinanza, è necessario inoltrare domanda all’Inps dal prossimo 6 marzo 2019.

A tal proposito, il beneficio verrà erogato tramite il rilascio di una Carta prepagata di Poste Italiane, la quale consentirà un prelievo (al quale sarà applicata la relativa commissione) di massimo 100 euro mensili.

Quanto al residuo, questo potrà essere speso per comprare beni di prima necessità e una parte potrà essere riservata al pagamento di una quota del canone di locazione e delle utenze.

La domanda può essere  inoltrata entro dal 6 marzo, tramite Caf o attraverso la compilazione di un apposito modulo predisposto da Poste Italiane, ovvero telematicamente dal sito ufficiale (www.redditodicittadinanza.gov.it) del reddito di cittadinanza. In tal caso ai soggetti è richiesto il possesso della c.d. Identità Digitale (Spid).

Attraverso lo Spid è possibile accedere online ai servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione.

Una volta inoltrata la domanda, questa sarà vagliata dall’Inps che erogherà il beneficio ove riscontri il possesso dei requisiti richiesti.

Il Reddito di Cittadinanza può essere riconosciuto per un massimo di 18 mesi, eventualmente prorogabili – previa sospensione di durata pari ad un mese – solo al possesso continuativo dei prescritti requisiti.

Il decreto legge specifica la previsione di sanzioni nelle ipotesi in cui vengano volontariamente fornite notizie false nel corso della procedura.

La pena prevista varia da due a sei anni di reclusione, alla quale si aggiunge la decadenza dal beneficio e la conseguente restituzione indebitamente percepito.

Come si crea un’identità digitale?

L’identità digitale di una persona si sostanzia in una chiave di accesso a disposizione del singolo individuo, il quale può interagire online con la P.A. e accedere ai relativi servizi pubblici.

Ad oggi, solo le persone fisiche possono avanzare richiesta di Identità Digitale, a condizione che siano maggiorenni.

La procedura prevista per il rilascio dell’identità digitale è semplice: una volta registrato sulla piattaforma  di uno degli Identity Provider e create le proprie credenziali Spid, è richiesto il successivo riconoscimento per la conferma tra dati inseriti e soggetto richiedente.

Terminata la procedura (gratuita o a pagamento a seconda del Provider scelto), il soggetto avrà a disposizione i dati di accesso al proprio profilo.

Dalla piattaforma sarà possibile avanzare personalmente la richiesta al beneficio del Reddito di Cittadinanza.

I centri per l’impiego

Il Decreto ha previsto la stipula del c.d. patto per il lavoro, che deve necessariamente esser sottoscritto dal soggetto richiedente il reddito di cittadinanza entro trenta giorni dall’accettazione della richiesta.

Si tratta di una dichiarazione di disponibilità al lavoro che il beneficiario del RdC avanza al fine di poter essere contattato dal centro per l’impiego e vagliare le offerte di lavoro.

Sul punto, il decreto precisa che l’offerta di lavoro dovrà essere congrua, ossia in linea con le capacità e competenze del soggetto stesso.

Inoltre, durante il primo anno di percezione del beneficio, l’offerta di lavoro sarà avanzata in un raggio spaziale massimo di 100 km. Solo ove rifiutata, le successive offerte estenderanno il raggio territoriale sino a 250 km e, infine, a tutto il territorio nazionale.

Con la richiesta di RdC, il soggetto beneficiario dichiara non solo di essere immediatamente disponibile al lavoro, ma anche di aderire ad un percorso che lo porterà all’inserimento nel mondo del lavoro.

Gli incentivi previsti per promuovere il lavoro

Il decreto ha previsto anche diverse tipologie di incentivi nei confronti delle imprese che assumono i soggetti percettori del Reddito di cittadinanza.

Preliminarmente, le imprese hanno l’onere di dichiarare la presenza di eventuali posti vacanti al loro interno e ove le stesse procedano ad assumere un lavoratore a tempo pieno e indeterminato, la previsione legislativa ha previsto un esonero sui contributi, pari all’importo mensile di reddito di cittadinanza riconosciuto al lavoratore.

Inoltre, al fine di garantire al soggetto beneficiario, di curare la propria formazione e le proprie capacità professionali, è prevista la possibilità di poter stipulare un patto di formazione (ove necessario).

Il decreto in commento disciplina un’ipotesi simile a quella prevista per i percettori di Naspi: anche nei confronti dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza che decidono di avviare attività di lavoro autonoma è prevista l’erogazione in unica soluzione di una somma di denaro.

In tal caso, l’ammontare complessivo del beneficio erogato sarà pari a sei mensilità (col limite massimo di euro 780,00 mensili).

Il cambio di residenza

L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente è, dunque, il punto di riferimento principale per la concessione del Reddito di Cittadinanza.

In questi giorni gli Uffici Anagrafe stanno registrando lunghe code: tantissimi cittadini hanno chiesto di procedere all’aggiornamento dello stato di famiglia o cambio residenza.

Invero, la composizione del nucleo familiare rileva ai fini Isee e determina la possibilità di accesso o meno al nuovo beneficio previsto dal Governo.

Certo, la legge non vieta ad un soggetto di spostare la propria residenza, ma è altrettanto vero che il trasferimento non deve essere fittizio.

A tal proposito, saranno sicuramente adottati degli accorgimenti per verificare la genuinità delle numerose richieste di cambio residenza che si stanno verificando, e non è certo escluso che i numerosi emendamenti di modifica al decreto, presentati pochi giorni fa, non contengano indicazioni al riguardo.

Allo stato attuale, l’Ufficio anagrafe può incaricare la Polizia Municipale di svolgere controlli sull’effettività della residenza dichiarata dal singolo individuo.

La Polizia ha, dunque, il compito di recarsi materialmente presso l’indirizzo indicato nella richiesta di cambio residenza ed appurare se l’abitazione sia realmente la residenza dichiarata.

Se dal controllo emerge la falsità delle dichiarazioni rese dal soggetto, l’Ufficio Anagrafe rifiuterà la richiesta di cambio residenza.

Inoltre, con specifico riferimento alla possibilità di ottenere il RdC, il Decreto ha previsto pene severe per coloro i quali rilascino dichiarazioni mendaci.

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