Diritto Penale

Insultare un controllore è Reato? Cosa si Rischia?

Insultare un controllore è reato? Cosa si rischia?

Negli ultimi anni i mezzi di trasporto pubblico sono diventati sempre più spesso luoghi di tensioni e conflitti.

Sono, infatti, all’ordine del giorno le notizie relative a furti o ad aggressioni realizzate contro i passeggeri di autobus o metropolitane.

In molti casi, però, ad essere destinatari di minacce o aggressioni non sono i destinatari del servizio pubblico bensì gli addetti ai lavori: capotreni, autisti o controllori.

Pertanto, in questo articolo affronteremo le eventuali conseguenze legali che potrebbero sorgere nel caso di minacce, insulti o aggressioni dirette nei confronti dei controllori del trasporto pubblico.

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Chi sono i controllori del trasporto pubblico?

I controllori dei mezzi pubblici non sono altro che dei dipendenti di società che si occupano dei trasporti pubblici.

I quali hanno come specifico compito quello di assicurarsi che tutti i passeggeri siano muniti di un biglietto valido per poter usufruire del servizio pubblico.

Nel corso degli anni, più volte è stato affrontato il tema del come qualificare un controllore: ci si è chiesti se quest’ultimo dovesse essere ritenuto come un privato cittadino, come un pubblico ufficiale (art. 357 c.p.) o come un incaricato di pubblico servizio (art 358 c.p.).

L’individuazione della qualifica si rende necessaria per comprendere e chiarire quali sono le eventuali conseguenze penali che sorgerebbero nel caso di una condotta offensiva posta in essere nei loro confronti.

In merito, la Cassazione è intervenuta per dirimere tale annosa questione.

Secondo la Suprema Corte il controllore di un treno, di un autobus o di qualsiasi altro mezzo pubblico non può essere considerato come un semplice dipendente della società di servizi (quindi come un privato cittadino), né può essere considerato come un incaricato di pubblico servizio.

Il controllore, infatti, riveste la qualifica di pubblico ufficiale (Cass. 29580/2021).

Tale qualifica gli viene riconosciuta in ragione dell’attribuzione di poteri autoritativi e certificativi individuati nelle funzioni di accertamento dell’infrazione, di identificazione dell’autore della violazione e di redazione del relativo verbale di accertamento (Cass. n. 23223/2019).

Insultare un controllore è reato?

Dopo aver individuato la qualifica del controllore, possiamo procedere a rispondere alla domanda posta alla base di questo articolo: insultare un controllore è reato?

Durante l’esercizio delle sue funzioni, e quindi durante lo svolgimento dell’attività di verificazione della validità dei titoli di viaggio, il controllore assume, come detto, la qualifica di pubblico ufficiale.

Pertanto, la risposta alla nostra domanda non può che essere affermativa.

Ma vediamo quali sono le fattispecie di reato che potrebbero configurarsi.

Attenzione: se hai problemi o domande relative a questo argomento ed hai bisogno della consulenza di un avvocato della tua città, descrivici il tuo problema in chat e verrai messo in contatto con un nostro avvocato della tua zona.

Violenza e minaccia a Pubblico Ufficiale

L’art. 336 del Codice Penale punisce chiunque usi violenza o minaccia contro un pubblico ufficiale, o incaricato di pubblico servizio, per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri o ad omettere un atto del suo ufficio.

In tal caso la pena prevista è quella della reclusione da 6 mesi a 5 anni.

Dunque, avendo già chiarito che il controllore durante l’esercizio delle sue funzioni assume la qualifica di pubblico ufficiale, l’esercizio di violenza o minaccia nei suoi confronti potrebbe configurare il delitto di violenza e minaccia a pubblico  ufficiale.

Nel caso in cui un passeggero senza biglietto valido, a seguito di verifica da parte del controllore, minacci di picchiare quest’ultimo per evitare la sanzione, questo comportamento appare chiaramente idoneo a configurare tale reato.

Ad ogni modo la minaccia deve essere idonea a far sentire il controllore costretto a compiere o meno un atto del suo ufficio; mentre la violenza consiste nel costringere materialmente il controllore a fare o non fare.

Resistenza a Pubblico Ufficiale

Un’altra fattispecie di reato che potrebbe configurarsi nel caso di un comportamento aggressivo nei confronti di un controllore è quella prevista dall’art. 337 c.p.: la resistenza a pubblico ufficiale.

In tal caso viene punito, con la reclusione da 6 mesi a 5 anni, colui che usa violenza o minaccia per opporsi ad un pubblico ufficiale mentre compie un atto del suo ufficio.

Ad esempio, è stato condannato per resistenza a pubblico ufficiale un ragazzo che, sorpreso dai controllori senza biglietto a bordo di un bus, li ha spinti e colpiti cercando di uscire dal mezzo al fine di evitare la multa.

Per completezza, occorre ricordare che tale reato non si verrà a configurare in caso di resistenza passiva ma sarà necessario una condotta attiva.

Quindi non si configura tale reato nel caso in cui il passeggero si limita a scappare dal controllore senza mettere in nessun modo in pericolo l’incolumità del pubblico ufficiale; o semplicemente anche nel caso in cui si rifiuti di collaborare.

Mentre qualora il passeggero decida di scappare spingendo il controllore/pubblico ufficiale, e quindi esercitando una forza per neutralizzare il suo intervento, in tal caso si configurerà il reato in questione.

Qual è la differenza tra “violenza o minaccia a pubblico ufficiale” e “resistenza a pubblico ufficiale”?

Sebbene possano sembrare apparentemente simili i due reati richiamati, vi è una fondamentale differenza:

  • Per il reato di cui all’art. 336 c.p. la violenza e la minaccia devono precedere il compimento dell’atto del pubblico ufficiale. Nel nostro caso quindi, la violenza o la minaccia devono realizzarsi ancor prima che il controllore abbia richiesto il biglietto al passeggero.
  • Il reato di cui all’art. 337 c.p. si configura quando la violenza o la minaccia sia realizzate durante il compimento dell’atto da parte del pubblico ufficiale. Quindi dal momento in cui il controllore sta controllando il biglietto o sta per fare la multa.

Oltraggio a Pubblico Ufficiale

Un ulteriore reato che potrebbe configurarsi nel caso di insulto ad un controllore è quello previsto dall’art. 341 bis c.p..

Questo punisce, con la reclusione da 6 mesi a 3 anni, chiunque in un luogo pubblico o aperto al pubblico ed in presenza di almeno due persone, offende l’onore ed il prestigio di un pubblico ufficiale mentre compie un atto del suo ufficio.

Tale reato è posto a completezza dei delitti contro i pubblici ufficiali, prevedendo una punizione anche per chi si limita ad offendere verbalmente, nel nostro caso, un controllore.

Pertanto, nel caso in cui una persona, in presenza di altri passeggeri, insulti il controllore che gli abbia chiesto di mostrare il titolo di viaggio, risponderà del delitto di oltraggio a pubblico ufficiale.

Mentre nel caso in cui, un passeggero venga fermato dal controllore in un vagone deserto, anche nel caso di insulti allo stesso, non si potrà configurare tale reato per mancanza del requisito della presenza di più persone.

Insultare un controllore: conclusioni

In definitiva, insultare o aggredire un controllore del trasporto pubblico non è solo un gesto di maleducazione, ma può avere serie conseguenze legali.

Come abbiamo visto, quando i controllori sono al lavoro, vengono considerati pubblici ufficiali.

In caso di minaccia, aggressione o resistenza al loro controllo da parte di un operatore del trasporto pubblico, si possono rischiare anche pene severe.

 

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